Il tema del masochista non l’ho mai potuto
sopportare. Che l’uomo abbia difficoltà a non soffrire lo capisco, ma che
desideri soffrire volontariamente (a parte rari casi devianti, che però lo
ammettono), mi è sempre sembrata una colossale balla psicologica.
Secondo la diffusa “teoria del masochista”,
costui non tollera il benessere e, anche se va tutto nel modo migliore, cerca
di crearsi una buona quota di immaginari tormenti quotidiani con metodo e
caparbietà. Il buon masochista non si arrende mai e non si accontenta delle
pene che è già riuscito a procacciarsi, ma cerca con costanza sofferenze sempre
maggiori, sperando di riuscire, finalmente, a passare una notte in bianco
rigirandosi nel suo letto…..in fondo, contento!
Il masochista ha una fantasia sconfinata: riesce
a trovare ragioni di acutissimo strazio anche nei rapporti con persone
fantastiche, virtuose e ineccepibili, che a lui e soltanto a lui provocano
tribolazioni, rancori e incazzature solenni. Il masochista ricostruisce la
realtà a modo suo, intuisce cose che non sono state dette né fatte e rielabora
tutto in termini di sofferenza. Riesce perfino a trascinare in drammi senza
fine quelle angeliche creature che gli stanno accanto e che sono disposte a
tutto pur di evitare che soffra. Ma lui le assilla lo stesso, non si fida, si
logora e le tormenta senza badare al fatto che esse vogliono solo
“altruisticamente” il suo bene. I masochisti più abili non si accontentano di
trovare dei banali sadici, perché sarebbe troppo semplice soffrire con loro, ma
scelgono persone di infinita bontà per trovare il dolore anche nel bene, e
sentirsi ancora più in colpa per questo.
Quando, poi, un masochista è troppo
ambizioso, finisce per ritrovarsi con una persona con cui innegabilmente ha
creato qualcosa di buono, allora si verifica il tracollo, il fallimento dei suoi
progetti più elevati. Il poveraccio rimane inebetito, costretto a una vita di
torpido e monotono benessere, lontano dall’estasi della sofferenza, incapace di
ritrovare il senso della sua esistenza. A questo punto o soccombe, o cerca di
riappropriarsi altrove del suo amato ruolo.
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