lunedì 11 marzo 2013

Vi ricordate l'era delle curette ricostituenti? A casa mia le siringhe erano a bollire con la stessa frequenza dell'acqua per la pasta!


Per fortuna la cinese non mi colpì. Da quando vivevo a Roma ero riuscito a sottrarmi alle vaccinazioni anti-influenzali che Teresa mi imponeva ogni anno e l’influenza la prendevo molto più raramente.
Quando eravamo bambini, mia madre, che ci considerava tutti fisicamente un po’ deboli, ci sottoponeva regolarmente a tutte le vaccinazioni disponibili e a frequenti “curette ricostituenti”, allora molto di moda.
Il nostro medico di famiglia, che conosceva bene Teresa, quando veniva a casa a visitarci, per prima cosa le chiedeva: “Allora, dottoressa, di cosa pensa che abbiano bisogno i suoi figli in questo periodo?”
E mia madre, riferendo i segni che vedeva in noi, prescriveva senza remore: un estratto di corteccia surrenale per me, che sembravo un po’ stanco; un ciclo di Epargriseovit per Mario, che aveva un colorito poco convincente; un polivitaminico per Camilla, che cresceva poco; e per Patti, che in quel periodo era molto distratta, del disgustoso olio di fegato di merluzzo.
Il Dr. Giuffrida compilava senza scomporsi la ricetta stabilita da mia madre, e solo dopo aggiungeva i farmaci realmente necessari.
Non credo che queste “curette” ricostituenti ci abbiano cambiato granché sul piano fisico, ma su quello psicologico è facile intuire quanto possano averci fatto sentire deboli e malaticci.
Forse era per questo che, adesso che non mi vaccinavo più, stavo decisamente meglio. Da bambino, invece, mi ammalavo più o meno ogni quindici giorni. Mi venivano febbricole, tossi e raffreddori vari, che iniziavano il venerdì e terminavano la domenica sera. Avendo uno spiccato senso del dovere, mi ammalavo solo il fine settimana, e il lunedì tornavo regolarmente a scuola.

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