domenica 21 aprile 2013

Dopo l'ennesimo fallimento sentimentale!


Era Antonio che in quel periodo cercava di tirarmi su, anche se più che depresso ero dispiaciuto:
“Vedi Osmio cosa succede a non ascoltare i consigli di tua madre? In fondo, anche se non lo vuoi ammettere, lei è una donna saggia!” 
(Era finita l'ultima relazione di Osmio con una donna separata e con figli). 
“Si..” risposi, “ma molto, molto in fondo! Sopra ci sono millenari strati di egoismo, e anche la sua saggezza, in questo caso, origina da questi strati.”
“Visto che hai provato quasi tutto senza trovare l’altra metà, io ti consiglierei di tentare con le veline o con le ricche vedove!”
E io, divertito: “Per carità, una vedova che ha già fatto fuori uno o più mariti e per di più ricca, sarebbe un suicidio! Con le veline, poi, non ho alcuna possibilità: non faccio il calciatore e non possiedo la Mercedes Cabrio. E poi ti devo confessare che le tette rifatte mi fanno uno strano effetto..”
“Che uomo schizzinoso, adesso non tolleri neppure le tette rifatte! Guarda che così sei costretto a escludere un terzo, se non la metà delle donne in circolazione.” 
“Ma và, non ci credo che sono così tante quelle che si sono rifatte le tette!”
“Forse hai ragione”, proseguì Antonio, “ma se mettiamo insieme quelle che si sono rifatte la tette, con quelle che si sono fatte le labbra a canotto, più quelle con lifting e zigomi a pomello, ci arriviamo sicuramente.”
“Si, così ci arriviamo sicuramente! La cosa buffa è che, dopo tutti questi rimodellamenti, si somigliano tutte e sembrano quasi sorelle!”
“Adesso, anche gli uomini stanno entrando rapidamente nel mondo della chirurgia plastica” e, mostrando con le braccia le dimensioni, disse:
“Sembra che l’ultimo grido sia una protesi che te lo aumenta del 30%!”
“Ma dai!” dissi ridendo “Ma bisognerà fare un intervento, forse anche doloroso! E la protesi è rigida  o a pompetta?”
“Non so bene. Credo che quelle idrauliche on demand siano le più ricercate. E cosa vuoi che sia un interventino, se dà questo risultato!”
“Non ci posso pensare. Mi vengono quasi i brividi. Piuttosto il coso lo mando in pensione!”.
“Comunque, tornando alla questione principale, visto che non ti sta bene nulla, ritirati a vita monastica e le tue sofferenze saranno finite.”riprese Antonio.
“Questa potrebbe essere una soluzione da prendere in considerazione. Anche Teresa sarebbe contenta. Metti che faccio carriera….Che soddisfazione sarebbe per lei avere un Cardinale in famiglia!”
“Bene, abbiamo una soluzione perfetta, che ti permette anche di evitare il costo della protesi!” concluse Antonio. “Intanto resta a cena da noi, Giuliana ha preparato la sua insuperabile pasta e fagioli. Così risparmi anche sul cibo! Vedi che giornata positiva! Hai risparmiato un sacco di soldi!”.
A cena la discussione continuò e, tra molte risate, arrivammo alla conclusione condivisa che la coppia sostanzialmente teneva, anche se in modo un po’ traballante.
Infatti, a parte quelli il cui matrimonio funzionava ancora bene, tra i nostri amici  c’erano quelli che stavano per separarsi da anni ma erano ancora insieme. Quelli che avevano tentato di separarsi, ma dopo un mese lui era rientrato a casa e aveva rimesso le pantofole, stanco dello stress che gli aveva procurato la vita con una donna più giovane. Quelli che si erano costruiti due gusci per cui, anche se si incrociavano in casa,  non si ferivano più, e quelli le cui traiettorie procedevano parallele senza incrociarsi mai. Insomma il risultato era schiacciante! Ma quale aumento delle separazioni? La maggior parte stava ancora insieme, non c’era dubbio!
Poi, c’erano quelli come me che non si erano ancora sposati, e non riuscivano a trovare qualcuno con cui stare per più di due – tre anni, ma eravamo una minoranza.
Infine, i separati e non più riaccoppiati, che erano con schiacciante prevalenza donne. Costoro sostenevano di avere pochissime possibilità di trovare un uomo più giovane e, tra quelli della loro età, non c’erano più maschi validi disponibili, perché la metà erano sposati o insposabili, e l’altra metà erano gay. Ma questa ipotesi mi è sembrava un po’ semplicistica. Nel nostro mondo sempre più aperto c’erano, per esempio, una marea di Cinesi liberi, perché lì le donne erano in minoranza.

Ecco l'anteprima e se vi piace compratelo! 

lunedì 15 aprile 2013

Chiusura del sondaggio su: "tradiscono più gli uomini o le donne"?


Fare un sondaggio era un’idea carina, purtroppo la registrazione dei voti non ha funzionato e non dipende da me, evidentemente la tecnologia è imperfetta. In ogni caso voglio dare una conclusione al sondaggio vedendo cosa dicono gli studi (per quello che valgono. E’ difficile credere che chi è infedele dica sempre la verità!).  Chi ha vinto? E’ impossibile dirlo in modo certo. Negli anni 60 il rapporto Kinsey rilevava che circa la metà degli uomini e un quarto delle donne tradivano i partner. Gli studi successivi hanno visto le donne rimontare gradualmente sino a raggiungere più o meno la parità con gli uomini (Zare, 2011), e in uno studio della Tilburg University in Olanda le donne hanno compiuto il sorpasso (77% vs 58%). Insomma al momento avete vinto tutti!
Le altre poche cose che differenziano gli uomini dalle donne sono che per gli uomini il tradimento è più di tipo sessuale (sono compresi anche quelli su internet o via cellulare), mentre le donne sono emozionalmente più infedeli degli uomini! Cosa significhi questo non lo so. Ma gli studi dicono che l’infedeltà (scoperta) ha pessime conseguenze sulla coppia, e se non si lasciano o divorziano (cosa frequente, e a mio parere benefica) il tradimento renderà difficile il loro rapporto.
Grazie di aver partecipato! Il prossimo sondaggio lo farò soltanto quando la tecnologia di rilevazione dei voti sarà efficiente!    

domenica 14 aprile 2013

“Un uovo strapazzato” di Nello Brogna


Un romanzo ironico e divertente che si degusta facilmente, e dopo averlo finito vi lascia con l’appetito di leggerne ancora. Negli intrugli dei complicati rapporti di un uomo con le donne della sua vita, non soltanto le fidanzate….., ma anche la madre, le sorelle, le zie, le amiche.

giovedì 11 aprile 2013

La passione...una malattia da curare!


Soltanto dopo queste esperienze capii con certezza che la passione è una malattia, sulla cui genesi non ho le idee chiare, ma da cui bisogna assolutamente guarire.
Infatti, la passione durò qualche settimana, poi si ritornò all’inferno.
Germana aveva una vita caotica. Fino a un mese prima aveva vissuto con Renato, con cui era stata per due anni. L’aveva lasciato, almeno così diceva, ma in modo incompleto e ambiguo, e giustamente lui era furioso perché si sentiva preso in giro.
Nella sua vita, oltre me, erano anche apparsi uno skipper russo, e il ricco proprietario di una barca di 28 metri, veneziano, che facevano pazzie per portarla in Sardegna. Anche se Germana alla fine decise di non andare, in quel momento aveva bisogno di qualcuno che volesse fare pazzie per lei.
Sosteneva di essere stata chiara con Renato, ma non aveva neanche portato via le sue cose da casa sua, e lui la chiamava continuamente.
Una notte Renato era venuto sotto casa mia e, non avendo trovato la macchina di Germana, aveva bucato una ruota di quella del sottoscritto. Poi aveva lasciato un lungo messaggio nella segreteria telefonica di Germana, in cui: prima minacciava di ucciderci entrambi, poi insultava lei, rivelandole di essersi scopato molte donne e condendo il tutto di particolari intimi, e infine piangeva minacciando di farla finita se lei non fosse tornata con lui.
Un po’ mi faceva pena sentire un uomo in frantumi che cercava disperatamente di riprendere il controllo di una situazione su cui, probabilmente, non aveva mai avuto un reale potere. Ma la situazione mi faceva anche paura, e non sapevo quanto fossero verosimili le sue minacce. Cercai di convincere Germana a essere più chiara con lui perché questa ambiguità era pericolosa.
Raccontai quello che succedeva ad Antonio, che però non la ritenne una  situazione realmente rischiosa. Pensava che Renato fosse disperato, ma non realmente pericoloso.
Io ero frastornato: “Mi domando come mi sia ficcato in una situazione simile!”
Antonio ridacchiava: “Benvenuto nel mondo dei grandi. Sei cresciuto e, nel mondo dei grandi, capitano anche queste cose”.
In effetti, con Renato non successe niente. In un momento di orgoglio, raccolse le cose di Germana (scarpe, vestiti, libri e tutto il resto) riempì tre grossi sacchi della spazzatura, e li buttò nel cassonetto sotto casa. Poi, avvisò Germana: se voleva riprendersi la sua roba, doveva sbrigarsi, prima che passasse il camion della Nettezza Urbana.
Finalmente un uomo che si usciva le palle. Aveva tutta la mia stima!          
Non lo dissi a Germana, ma lei se lo meritava.
La amavo ancora, ma non riuscivo più a ingannarmi. La vedevo agitarsi in una completa confusione, era insofferente e irriflessiva e mi chiedeva tempo. Io non riuscivo più a essere né disponibile, né paziente. Non ero arrabbiato, semplicemente dicevo con sincerità cosa pensavo della situazione. E non le davo molte possibilità. Ovviamente per lei ero uno stronzo. Io non mi ci sentivo, ma la capivo.
Germana era divertente e attraente, ma viveva alla giornata cercando il divertimento momentaneo e io mi ero stancato, vedevo chiaramente il vuoto di tutto questo.
La notte di Capodanno le dissi che mi ritiravo.
Sicuramente non era il giorno migliore per comunicarglielo, ma non lo avevo programmato e, in fondo, non esiste giorno adatto per lasciare qualcuno.
Forse era la prima volta nella vita che mi capitava di aderire a quello stupido augurio di Capodanno “Anno nuovo, vita nuova!”
Non avevo una vita nuova, ma volevo chiudere quella vecchia, almeno in campo affettivo. E poi avevo le regolamentari mutande rosse con Babbo Natale, quindi le premesse per il futuro erano ottimali.
Per il momento basta fidanzate, dovevo disintossicarmi.

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lunedì 8 aprile 2013

Il sondaggio su chi tradisce di più tra uomini e donne continua per una settimana! Se volete partecipare seguite le informazioni sul voto.


Il sondaggio su chi tradisce di più durerà una settimana. Ma non capisco se avete provato a votare o no, visto che i voti non mi appaiono.....nonostante le numerose visualizzazioni!
Quando votate dopo aver messo il pallino, cliccate su vota...e speriamo funzioni.
Se non funziona mi ritiro, se funziona alla fine vi riferirò dei risultati degli studi in proposito (che ancora devo vedere....ma ho una settimana)!  

domenica 7 aprile 2013

Se volete votare il sondaggio sul tradimento o se lo avete già votato!

Purtroppo vedo che nonostante le numerose visualizzazioni i voti sul sondaggio non vengono registrati. Provate a fare così: dopo aver messo il pallino sulla risposta scelta, cliccate su "voto", a quel punto dovrebbero scomparire i pallini e comparire una scritta in basso che dice "cambia voto", con cui potete soltanto modificare la vostra scelta.  A questo punto, dopo qualche minuto, il voto dovrebbe comparire. Spero che il problema sia questo, ma ho anche inviato una segnalazione. Quindi,se volete, votate o rivotate seguendo le indicazioni,  ma se il problema persiste domani lo tolgo. Mi scuso ma non dipende da me.

Il pranzo di fidanzamento di Patti e Alfonso. Se inizia così, come può andare a finire?


Teresa e Patti invitarono il promesso sposo e me a pranzo per una specie di incontro di pre-fidanzamento con una parte della famiglia.
Io e mia madre eravamo già seduti a tavola quando Patti arrivò con Alfonso. Era imbufalita perché Alfonso continuava a mandarsi sms con una sua ex-fidanzata e, mettendo tutto in piazza come al suo solito, cominciò una filippica contro di lui.
Vergognandosi un po’ di dover discutere davanti a estranei i suoi problemi con Patti, Alfonso cercò una timida difesa: “Patti, ma che c’è di così strano? Ogni tanto ci sentiamo, ma non c’è nient’altro”.
“No” disse Patti “il problema non è che vi sentiate, ma che tu me lo abbia tenuto nascosto. Tu mi hai ingannata! Come faccio adesso a fidarmi di te?”
“Ma dai stai esagerando! Tutto questo per un banale sms..” pigolò lui.
Teresa cercò di sdrammatizzare e cambiare discorso. Continuava a riempire i flute di prosecco e rideva in modo incongruo, già brilla dopo due sorsi.
“Hiii hiii, dai ragazzi non litigate! Oggi dobbiamo… hiii hhiii… festeggiare..” e continuando a ridere in uno stato di ebetudine,  “Assaggiate questo spumante è delizioso, hii hii”.
“Mamma posa quel bicchiere, tu non sei in grado di bere. E smettila di nitrire come un cavallo rimbecillito.” la riprendevo io.
Il tentativo di Teresa di invertire la rotta della situazione servì a poco e ci ritrovammo nel pieno di una crisi pre-matrimoniale.
Patti cominciò ad alzare la voce:  “Ma cosa credi, che io sia stupida?  A te questo sms sembra banale?” e partì con una serie di improperi contro Alfonso e gli uomini in genere “Banaleee? Voi uomini siete tutti uguali, siete bugiardi e inaffidabili e poi, cercate di minimizzare le vostre bugie dicendo che esageriamo. Ma io non sono stupida!”.
Dopo venti minuti, in cui avevo assistito senza parlare al loro battibecco, anzi, direi che era prevalentemente un monobecco, perché parlava quasi soltanto Patti, decisi di scendere in campo per salvaguardare la categoria, enunciando le mie teorie in difesa degli uomini: “Patti hai ragione! Noi uomini siamo sopravvalutati. In realtà siamo deboli e poco capaci. Per questo cerchiamo continuamente gratificazioni ovunque. Ma chi ti ha detto che eravamo diversi?”
“No Osmio” intervenne Alfonso “Non devi dire questo. Non ti devi buttare giù così. Io non ho fatto niente di male. E noi non siamo deboli”.
Mentre parlava lo guardavo allibito, pensando che da uno scrittore mi sarei aspettato qualcosa di più. Ma come! Io, conoscendo Patti, cercavo di aiutarlo e lui voleva aiutare me a non svalutarmi? Era quasi surreale.
“No Alfonso, stai tranquillo non mi sottovaluto. Credo veramente che tutto quello che si pensa in genere sugli uomini - cioè che siamo forti, indipendenti, che usiamo le donne e poi le molliamo per una più giovane e altre simili asserzioni - siano una montagna di stupidaggini. Ma non mi sento male per questo. Basta ammettere i propri limiti.”
“E allora?” chiese Patti “Perché fate gli spavaldi e dite un sacco di bugie?”.
“Beh, non è che possiamo sempre ammettere di essere così deboli,
abbiamo pur sempre un orgoglio da difendere!”.
La mia teoria aveva temporaneamente spiazzato Patti. Dopo quello che avevo detto, continuare ad attaccare gli uomini a testa bassa era un po’ come sparare sulla Croce Rossa. Rimaneva soltanto il problema dell’sms.
Ma che cazzo Alfonso! E’ possibile che ancora ti fai beccare gli sms? Non lo sai che devi togliere quelle suonerie tipo allarmi bellici? Non lo sai che li devi leggere quando lei non ti vede, e che li devi cancellare tutti subito anche a rischio di non ricordarteli? Ma allora, oltre che debole, sei anche deficiente?
Per fortuna in quel messaggio non c’era niente di compromettente, e dopo che Alfonso promise solennemente di dire alla sua ex di non mettersi più in contatto con lui, tutto tornò tranquillo e il pranzo finì con la riappacificazione.

giovedì 4 aprile 2013

Patti e il suo futuro sposo, Alfonso.


Durante quelle vacanze di Natale la mia famiglia era impegnata con Patti, che, colpita anche lei dalla contagiosa sindrome del matrimonio, aveva improvvisamente deciso di sposarsi. Il prescelto era un giornalista free-lance, studioso di etnologia, nonché scrittore squattrinato e bi-divorziato, quindi al suo terzo matrimonio, che, per fortuna, era stato abbastanza saggio da non mettere al mondo alcun figlio. Era un personaggio iperattivo, divertente e un po’ fissato con il sesso. Anche lui faceva parte a pieno titolo della congrega degli sconclusionati fidanzati di Patti, ma lei questa volta era convinta che fosse diverso e che potessero vivere insieme…………………
Sembrerà strano, ma Teresa appoggiava la scelta di Patti. Dopo aver provato a farla fidanzare con medici, avvocati, commercialisti etc., visti i fallimenti di tutti i tentativi, era ormai terrorizzata all’idea che lei rimanesse zitella. Quindi poteva andare bene anche un giornalista - scrittore bi-divorziato.
“Ma, insomma” dicevo a Patti scherzando, “io sono stato il primo a dire che mi volevo sposare e tu e Mario vi siete precipitati a farlo prima di me, cosa è una gara? Per fortuna c’è Camilla, se no rischierei di arrivare ultimo! A parte gli scherzi” proseguii, “lui sicuramente non è una persona cattiva, ma ha già due matrimoni alle spalle e non sembra affidabilissimo, come pensi di riuscire a tenerlo accanto a te?”
“Si è vero! Ha avuto molte donne, ma adesso è cambiato. Si è stancato di correre dietro a tutte, e io posso dargli quella stabilità che non ha avuto sino ad ora. E ti assicuro, Alfonso scrive veramente molto bene, ma è un insicuro e non riesce a organizzarsi.”
“Boh!” risposi io perplesso, “Non so! Da quello che mi racconti non mi sembra così insicuro…Ha una vita un po’ caotica e anche tu non mi sembri un talento in fatto di stabilità…. per questo ho qualche dubbio che il tutto resista a lungo.”
Continuavo a fare l’avvocato del diavolo, non perché mi interessassero più di tanto i giochi adolescenziali di Patti, che peraltro non ritenevo particolarmente rischiosi, ma, visto che ero lì, volevo instillarle qualche dubbio.
“No, io lo conosco bene” si vantò Patti, “da quando sta con me ha ripreso a scrivere un libro che aveva lasciato da 3 anni!”
“Fico!” dissi io, “E cosa sta scrivendo?”
“Sta scrivendo un romanzo che si intitola “Affetti Gelati”, ma il titolo andrà cambiato.. in cui parla delle difficoltà affettive e di integrazione degli Inuit del circolo polare, legate alle rigide tradizioni culturali di questo popolo”.
“Però, interessante! E chi lo sponsorizza, l’Algida?” dissi io ridendo.
“Quanto sei bestia!” disse lei un po’ risentita, “In ogni caso, insieme riusciamo a fare un sacco di cose. E poi lui non ha una mentalità borghese, non gli interessano le apparenze, né le cose firmate e questo mi piace molto. E poi”, bisbigliò guardandosi intorno, “facciamo sesso in modo fantastico e nei posti più strani”.
“Eh si” dissi ridendo benevolmente “Non è interessato ad Armani o a Prada, ma alle donne che li comprano! A proposito, dove lo hai conosciuto?”.
Anche Patti rideva, pur sapendo che non scherzavo fino in fondo: “L’ho conosciuto sei mesi fa a uno spettacolo teatrale d’avanguardia a Berlino,
di cui non ricordo il titolo ma che era interessantissimo!”
“Aahh ho capito! Uno di quegli spettacoli in cui su un palcoscenico semi buio si aggirano come automi una serie di persone completamente imbiancate che non aprono bocca, ma che ogni volta che si incontrano vengono prese da una serie di crisi convulsive subentranti. Interessante! Ho visto uno spettacolo simile qualche anno fa, e da allora, ho smesso di andare a teatro!”.
“Dai Osmio, smettila di scherzare e aiutami a capire se non sto facendo una cavolata. O meglio, lo so che non è una cavolata, ma vorrei capire se Alfonso non è uno stronzo!”
“No, tranquilla non mi sembra uno stronzo, anche se credo che non sia particolarmente equilibrato. Per il resto, se già sai che non fai una cavolata cosa altro posso dirti?”.
“Si, lo so anche io che è un po’ problematico, ma chi non lo è al giorno d’oggi?”……………………………………………………………..
“Un po’ problematico?” pensavo io, “Direi che è completamente squinternato!”  Ma a Patti non lo dicevo, tanto: punto primo, lei non era da meno, e, punto secondo, il mio parere l’avrebbe accuratamente cancellato dalla sua mente.

lunedì 1 aprile 2013

Mia sorella Patti.......e la sua vitalità!!


Regolarmente, quando tornavo a casa da una vacanza come questa, mi ammalavo immediatamente. In genere mi veniva l’influenza.
Forse, dopo la vita disordinata che avevo fatto, l’influenza era l’unico modo per il mio fisico di costringermi al riposo. Oppure, cosa più probabile, il mio corpo si rifiutava di ricominciare la solita vita decadente.
Fattore concausale, quella volta, fu che mia sorella Patti stava ancora a casa mia.
“Ma non avevi detto che saresti tornata in Sicilia, e che questa città ti aveva annoiato?” chiesi a Patti aprendo la porta.
“Si” rispose lei aiutandomi con i bagagli, “ma ho conosciuto un attore tunisino, che si è trasferito qui con la moglie, una sceneggiatrice teatrale di origine indiana…. lui non è ancora riuscito a trovare lavoro, ma è un tipo fantastico. Fosse per lui, andremmo a  letto due ore sì e due no!”.
“Scusa, ma la moglie cosa ne pensa?”.
“Non lo so..... Ma con me è sempre molto carina!” rispose Patti perplessa.
“Forse” conclusi, “è contenta di non avere tra le palle quel parassita
 pseudo-intellettuale del marito, due ore si e due no!”.      
“Osmio sei il solito presuntuoso! Come è andata la vacanza?”.
“Bene..” dissi  “ma credo mi stia venendo l’influenza.”
Era chiaro che Patti si era piazzata a casa mia, e non intendeva modificare la sua collocazione.
Mi domandavo sempre se fosse preferibile accettare quanto accade adattandovisi, oppure spingere attivamente per cercare di cambiarlo.
In genere propendevo per la prima soluzione. Non muovendo niente avevo in ogni caso l’impressione di potermi considerare fortunato per come erano andate le cose. Tentare di cambiarle significava assumersi la responsabilità di un eventuale esito catastrofico e rammaricarsi della propria presunzione e arroganza.
Il  problema era che Patti non la sopportavo oltre, ma più manifestavo la mia intolleranza, più me la ritrovavo intorno, da sola, con l’attore tunisino, con la moglie sceneggiatrice indiana o con le sue strambe amiche. Poi c’era mia madre che al telefono continuava a ripetermi come un trapano:
“Osmio non essere cattivo,…..voi dovete volervi bene. Tu la devi capire (insieme al tunisino?) e appoggiare. Lei ti vuole molto bene (la trappola)… E’ una ragazza debole  e sfortunata , e ha tanto bisogno di aiuto!”.
Allora rimanevo paralizzato e mi rassegnavo ad accettare le cose come stavano, cercando di trovarne i possibili vantaggi. Però, continuavo a pensare che le avrei strozzate volentieri tutte e due. Tanto per il matricidio più sorellicidio, con qualche valida attenuante che spiegasse il cronico disagio mentale che mi avevano procurato (e a cui era impossibile sottrarsi) portandomi a un atipico “genocidio edipico”, forse me la sarei cavata con poco.
Nel frattempo Patti mi chiedeva in prestito la macchina e investiva, mi propinava il suo nuovo amico (un anoressico francese con i capelli lunghi e i piedi sporchi), e continuava a vivere le sue inondazioni emotive. Era assalita da tremende e oscure malattie, per le quali chiedeva continuamente ascolto e comprensione, mentre era incapace di ascoltare i miei problemi per più di venti secondi, perché diceva: “Scusami ma quello che mi stai dicendo mi fa venire l’angoscia..…non lo posso proprio sentire!”.
Se mi arrabbiavo e litigavo con lei, puntualmente squillava il telefono e tornavano alla carica: mia madre; Pina, una sua amica psicologa; la zia Rosa. E tutte mi ripetevano: “Tu la devi capire… lei ha bisogno del tuo aiuto!”.