sabato 26 aprile 2014

IL PARRUCCHIERO

Comunque, da single la difficoltà di mantenere una solida rete sociale restava uno dei problemi centrali e, per non sentirmi solo, dovevo fare almeno otto - dieci telefonate al giorno per tenere i contatti.
Claudio sosteneva che ci mancava un luogo di incontro, mentre le donne avevano il parrucchiere. Una sera a cena, dopo la prima bottiglia di vino, mi spiegò la sua teoria, basata sul fatto che il parrucchiere era fondamentale per le donne, perché non era soltanto il posto dove curavano alcuni aspetti della loro bellezza, ma anche quello dove solidarizzavano tra loro, dove si spalleggiavano, dove venivano vezzeggiate, coccolate e supportate, dove trovavano ascolto, si sfogavano, programmavano, chiedevano consigli e dove si alleavano tra loro.
“Osmio,” disse Claudio infervorato, “ma sei mai stato a farti tagliare i capelli da un parrucchiere?”.
“Si, una volta sono andato da quello di mia sorella Patti, ma non mi sono trovato molto a mio agio e non ci sono più tornato. Ma è stato diversi anni fa”.
“Beh, devi tornarci! Quasi tutti ormai tagliano i capelli anche agli uomini e c’è molto da imparare. Prova a pensarci un attimo.... non mi dire che non ti sei mai accorto del tono di leggera euforia con cui tua moglie, la tua compagna o quello che è, il giorno prima ti dice - Tesoro, domani alle tre devo assolutamente andare dal parrucchiere! - E tu magari pensi - E chi se ne frega! Oppure - Chissà quanto mi costerà?-.  E fai uno sbaglio! Perché stai sottovalutando l’importanza che ha per loro
quell’appuntamento”.
Claudio era inarrestabile, io pensai che forse aveva vissuto il parrucchiere della moglie come una minaccia e ora voleva sfogarsi.
“E poi, anche se quasi sempre il parrucchiere è un uomo un po’ effeminato, il luogo comune che sia gay è una solenne stronzata”.
“Su questo sono d’accordo. Anche secondo me il parrucchiere è un paravento e, probabilmente, cucca molto più di altri. Però credo che debba per forza essere un po’ femminile, perché in quel luogo la donna è la sovrana assoluta. Quello è il regno dell’estrogeno, dove il testosterone è ammesso, ma a concentrazioni molto basse e a un livello appena percepibile”.
“E’ infatti!” riprese Claudio, “quale è la prima cosa che cogli quando entri per tagliarti i capelli da un parrucchiere? Te lo dico io… è lo stupore delle donne che ci sono. Ti guardano un attimo interrogative come se pensassero: - Che cavolo ci fa questo intruso qui dentro?-” .
“Beh, è comprensibile!” dissi io,  “In fondo, stai sorprendendo la donna in uno dei suoi momenti peggiori, con i capelli dritti in testa avvolti nel domopak, senza trucco o con una maschera per il viso verde…o con delle strane creme dai colori angosciosi alla radice dei capelli, mentre il resto della chioma và disordinatamente da tutte le parti.”
“Per fortuna lo stupore non dura molto.” Proseguì Claudio con l’aria di chi aveva capito tutto:  “Immagino che dopo qualche attimo le donne si dicano: - Dimenticavo, ogni tanto tagliano i capelli anche a quelli là! -.
Poi continuano a scrutarti con ironico distacco, ma sospettose, e si dicono - Ma guarda un po’ questo strambo  personaggio, è proprio ridicolo a venire qui!…. Ma ci vuole forse provocare?…..O viene a curiosare?
Fatti suoi, freghiamocene e ignoriamolo”.
“Claudio,” intervenni io ridendo, “ma sei sicuro che pensino esattamente queste cose?”.
“Se non esattamente queste, sicuramente qualcosa del genere. E, infatti, a quel punto ti trovi in una fase un po’ più difficile, perché ti senti a disagio, non sai più dove stare e dove guardare e, se non viene qualcuno a salvarti indicandoti la poltrona dove ti laveranno i capelli, dovrai uscire per fumarti una sigaretta o fingendo di dover fare una telefonata urgente e riservata”. Fece una pausa per riprendere fiato: “ Ogni tanto però ci sono alcune donne che ti guardano in modo più curioso, ma non si capisce bene il motivo.”.
“Non ingannarti, secondo me non stanno guardando se sei carino, sono nel loro territorio e ti stanno solo studiando un po’, come quando si è incuriositi da un animale di una specie diversa e inferiore. Forse le uniche persone da cui puoi aspettarti un appoggio sono le ragazze che lavorano lì. I pochi maschi che ci sono non possono permettersi di aiutarti: se lo facessero verrebbero sbranati immediatamente da una muta di donne infuriate e tradite”.
“In effetti, le ragazze che lavorano dal parrucchiere sono sempre gentili e ti guardano in modo diverso, direi con curiosità”.
“Si, ma anche in questo caso, non dipende dal fatto che hanno un interesse per te. Secondo me è che, non raramente, odiano le donne che rendono più belle, con cui sono costrette a essere sempre cortesi e pazienti, riempiendole di complimenti. Diciamo che solidarizzano con te in quel momento perché stai sfidando quelle stronze…che loro sono costrette a coccolare”.
“Hai ragione!” m’interruppe Claudio, colpito: “Noi maschi che abbiamo il coraggio di andare lì tranquilli a farci tagliare i capelli, come se andassimo dal barbiere, siamo un po’ la loro rivalsa, perché diamo fastidio alle donne che ci vivono come un intruso. E siccome loro non possono permettersi di essere sgarbate, in quel momento tifano per noi”.
“Comunque”, dissi tagliando corto, “le donne hanno ragione di essere gelose del loro parrucchiere. Quello è un luogo che hanno creato per loro, e l’uomo disturba tutte le attività che vengono svolte lì.” E conclusi: “Ma se inventassimo anche noi  un posto simile come lo chiameresti?”
“Boh… forse il parrucchiero, visto che parrucchiere per signori è veramente ridicolo!”.
“ Si, perché invece il parrucchiero è molto originale!”.

Ridendo cambiammo discorso. Ma continuai a pensare che la parità dei sessi aveva avuto anche alcune ricadute negative, come quella che dai parrucchieri ormai tagliano i capelli anche agli uomini.