Comunque, da single la difficoltà di mantenere
una solida rete sociale restava uno dei problemi centrali e, per non sentirmi
solo, dovevo fare almeno otto - dieci telefonate al giorno per tenere i
contatti.
Claudio sosteneva che ci mancava un luogo
di incontro, mentre le donne avevano il parrucchiere. Una sera a cena, dopo la
prima bottiglia di vino, mi spiegò la sua teoria, basata sul fatto che il
parrucchiere era fondamentale per le donne, perché non era soltanto il posto
dove curavano alcuni aspetti della loro bellezza, ma anche quello dove
solidarizzavano tra loro, dove si spalleggiavano, dove venivano vezzeggiate,
coccolate e supportate, dove trovavano ascolto, si sfogavano, programmavano,
chiedevano consigli e dove si alleavano tra loro.
“Osmio,” disse Claudio infervorato, “ma sei
mai stato a farti tagliare i capelli da un parrucchiere?”.
“Si, una volta sono andato da quello di mia
sorella Patti, ma non mi sono trovato molto a mio agio e non ci sono più
tornato. Ma è stato diversi anni fa”.
“Beh, devi tornarci! Quasi tutti ormai
tagliano i capelli anche agli uomini e c’è molto da imparare. Prova a pensarci
un attimo.... non mi dire che non ti sei mai accorto del tono di leggera
euforia con cui tua moglie, la tua compagna o quello che è, il giorno prima ti
dice - Tesoro,
domani alle tre devo assolutamente andare dal parrucchiere!
- E tu magari pensi - E chi se ne frega! Oppure - Chissà quanto mi costerà?-.
E fai uno sbaglio! Perché stai
sottovalutando l’importanza che ha per loro
quell’appuntamento”.
Claudio era inarrestabile, io pensai che forse
aveva vissuto il parrucchiere della moglie come una minaccia e ora voleva
sfogarsi.
“E poi, anche se quasi sempre il
parrucchiere è un uomo un po’ effeminato, il luogo comune che sia gay è una
solenne stronzata”.
“Su questo sono d’accordo. Anche secondo me
il parrucchiere è un paravento e, probabilmente, cucca molto più di altri. Però
credo che debba per forza essere un po’ femminile, perché in quel luogo la
donna è la sovrana assoluta. Quello è il regno dell’estrogeno, dove il testosterone
è ammesso, ma a concentrazioni molto basse e a un livello appena percepibile”.
“E’ infatti!” riprese Claudio, “quale è la
prima cosa che cogli quando entri per tagliarti i capelli da un parrucchiere?
Te lo dico io… è lo stupore delle donne che ci sono. Ti guardano un attimo
interrogative come se pensassero: - Che cavolo ci fa questo intruso qui dentro?-”
.
“Beh, è comprensibile!” dissi io, “In fondo, stai sorprendendo la donna in uno
dei suoi momenti peggiori, con i capelli dritti in testa avvolti nel domopak, senza
trucco o con una maschera per il viso verde…o con delle strane creme dai colori
angosciosi alla radice dei capelli, mentre il resto della chioma và
disordinatamente da tutte le parti.”
“Per fortuna lo stupore non dura molto.” Proseguì
Claudio con l’aria di chi aveva capito tutto: “Immagino che dopo qualche attimo le donne si
dicano: - Dimenticavo,
ogni tanto tagliano i capelli anche a quelli là! -.
Poi continuano a scrutarti con ironico
distacco, ma sospettose, e si dicono - Ma guarda un po’ questo strambo personaggio, è proprio ridicolo a venire
qui!…. Ma ci vuole forse provocare?…..O viene a curiosare?
Fatti suoi, freghiamocene e ignoriamolo”.
“Claudio,” intervenni io ridendo, “ma sei
sicuro che pensino esattamente queste cose?”.
“Se non esattamente queste, sicuramente qualcosa
del genere. E, infatti, a quel punto ti trovi in una fase un po’ più difficile,
perché ti senti a disagio, non sai più dove stare e dove guardare e, se non
viene qualcuno a salvarti indicandoti la poltrona dove ti laveranno i capelli,
dovrai uscire per fumarti una sigaretta o fingendo di dover fare una telefonata
urgente e riservata”. Fece una pausa per riprendere fiato: “ Ogni tanto però ci
sono alcune donne che ti guardano in modo più curioso, ma non si capisce bene
il motivo.”.
“Non ingannarti, secondo me non stanno
guardando se sei carino, sono nel loro territorio e ti stanno solo studiando un
po’, come quando si è incuriositi da un animale di una specie diversa e
inferiore. Forse le uniche persone da cui puoi aspettarti un appoggio sono le
ragazze che lavorano lì. I pochi maschi che ci sono non possono permettersi di
aiutarti: se lo facessero verrebbero sbranati immediatamente da una muta di
donne infuriate e tradite”.
“In effetti, le ragazze che lavorano dal
parrucchiere sono sempre gentili e ti guardano in modo diverso, direi con
curiosità”.
“Si, ma anche in questo caso, non dipende
dal fatto che hanno un interesse per te. Secondo me è che, non raramente, odiano
le donne che rendono più belle, con cui sono costrette a essere sempre cortesi
e pazienti, riempiendole di complimenti. Diciamo che solidarizzano con te in
quel momento perché stai sfidando quelle stronze…che loro sono costrette a
coccolare”.
“Hai ragione!” m’interruppe Claudio,
colpito: “Noi maschi che abbiamo il coraggio di andare lì tranquilli a farci
tagliare i capelli, come se andassimo dal barbiere, siamo un po’ la loro rivalsa,
perché diamo fastidio alle donne che ci vivono come un intruso. E siccome loro
non possono permettersi di essere sgarbate, in quel momento tifano per noi”.
“Comunque”, dissi tagliando corto, “le
donne hanno ragione di essere gelose del loro parrucchiere. Quello è un luogo
che hanno creato per loro, e l’uomo disturba tutte le attività che vengono
svolte lì.” E conclusi: “Ma se inventassimo anche noi un posto simile come lo chiameresti?”
“Boh… forse il parrucchiero, visto che
parrucchiere per signori è veramente ridicolo!”.
“ Si, perché invece il parrucchiero
è molto originale!”.
Ridendo cambiammo discorso. Ma continuai a
pensare che la parità dei sessi aveva avuto anche alcune ricadute negative,
come quella che dai parrucchieri ormai tagliano i capelli anche agli uomini.