L’equilibrio tra ironia e malinconia è la cifra di questo
romanzo colmo di sentimenti e spoglio di sentimentalismi. “Un Uovo
Strapazzato”, grazie ad un linguaggio accattivante, gustoso e ironico, scuote
anche gli animi più insensibili e scettici. Lo si legge con il fiato sospeso,
pronti a sorridere o a struggersi per le sorti dei suoi buffi, dolenti, ma
sempre umanissimi personaggi. Si giunge alle ultime pagine con il dispiacere di
non poterne continuare la lettura. La famiglia, con tutte le sue contraddizioni
e qui condita con robuste e ghiotte iniezioni di sarcasmo, rappresenta il cuore
della narrazione dentro il quale si tuffa Osmio, il protagonista, per provarsi
a (ri)costruire la propria identità e contrattare il proprio posto al mondo.
Osmio, sensibile ed introverso, cresce attraverso la narrazione mostrandosi,
dapprima ragazzino, poi ‘giovane adulto’ e infine uomo. La sua vita
sentimentale è segnata dalle vicissitudini con la famiglia, soprattutto con la
figura materna (Teresa, donna forte, volitiva e furbissima), i numerosi
fratelli (spesso riottosi, a tratti stralunati) e il padre. Il protagonista,
per anni e anni, in cuor suo, spera un giorno di "ingollare" quella
madre che non va né giù né su, ma che ugualmente suscita un'irresistibile
attrazione. È così che si trova a fare i conti con la timidezza e il cinismo in
cui si è asserragliato per non rimanere deluso da ciò che lo circonda e,
quindi, a fare i conti con la propria infelicità. Attraverso le travagliate (e
spassose) esperienze con le fidanzate di turno, dalla giovane capricciosa
Beatrice, alla irrisolta Federica, fino a Claudia, egli esplora una nuova
piccola parte di sé e si confronta con “l’altro”, pagando sempre un duro prezzo.
Però, per riuscire a costruire la propria identità, il protagonista dovrà
ripescare nelle proprie origini, nella eredità spirituale delle persone più
care che lo hanno preceduto, la madre e soprattutto il padre ( figura
determinante e positiva, schiacciata dalla più esuberante e ingombrante figura
della madre), nella particolarità inafferrabile della loro esistenza. Soltanto
così riuscirà a creare un contatto vero con il prossimo, a godere della sua
bellezza, ad innamorarsi veramente di Arianna, in un parola a diventare uomo.
Senza soffermarmi troppo sull'intera vicenda del romanzo, che ripeto è
straordinariamente interessante, molto, molto, divertente e scorrevole
dall'inizio alla fine, vorrei mettere in evidenza la suggestiva bellezza del
messaggio che l’Autore vuole comunicare, cioè che il solo modo che abbiamo di
stabilire delle relazioni di valore in una realtà sempre più arida di
sentimenti che ci trascina verso l’ineluttabile incomunicabilità, sia quella di
cercare di capire veramente chi siamo, a partire dalle nostre radici e senza
crearsi falsi alibi. Del resto, come diceva il protagonista di “Radiofreccia”:
“hai voglia di scappare da te stesso, ma da te stesso non ci scappi neanche se
sei Eddie Merckx”. Un libro bellissimo, appassionante, che consiglio
calorosamente a tutti di leggere!http://ilmiolibro.kataweb.it/reader_dettaglio_recensione.asp?id_recensione=5379
Buongiorno! Venga a caricare brani del suo libro su tastemybook.wordpress.com: potrà farsi commentare e farlo conoscere meglio. È tutto gratuito!
RispondiElimina