domenica 27 gennaio 2013

Un uovo strapazzato – Recensione di Clementina Daniela Sanguanini



L’equilibrio tra ironia e malinconia è la cifra di questo romanzo colmo di sentimenti e spoglio di sentimentalismi. “Un Uovo Strapazzato”, grazie ad un linguaggio accattivante, gustoso e ironico, scuote anche gli animi più insensibili e scettici. Lo si legge con il fiato sospeso, pronti a sorridere o a struggersi per le sorti dei suoi buffi, dolenti, ma sempre umanissimi personaggi. Si giunge alle ultime pagine con il dispiacere di non poterne continuare la lettura. La famiglia, con tutte le sue contraddizioni e qui condita con robuste e ghiotte iniezioni di sarcasmo, rappresenta il cuore della narrazione dentro il quale si tuffa Osmio, il protagonista, per provarsi a (ri)costruire la propria identità e contrattare il proprio posto al mondo. Osmio, sensibile ed introverso, cresce attraverso la narrazione mostrandosi, dapprima  ragazzino, poi ‘giovane adulto’ e infine uomo. La sua vita sentimentale è segnata dalle vicissitudini con la famiglia, soprattutto con la figura materna (Teresa, donna forte, volitiva e furbissima), i numerosi fratelli (spesso riottosi, a tratti stralunati) e il padre. Il protagonista, per anni e anni, in cuor suo, spera un giorno di "ingollare" quella madre che non va né giù né su, ma che ugualmente suscita un'irresistibile attrazione. È così che si trova a fare i conti con la timidezza e il cinismo in cui si è asserragliato per non rimanere deluso da ciò che lo circonda e, quindi, a fare i conti con la propria infelicità. Attraverso le travagliate (e spassose) esperienze con le fidanzate di turno, dalla giovane capricciosa Beatrice, alla irrisolta Federica, fino a Claudia, egli esplora una nuova piccola parte di sé e si confronta con “l’altro”, pagando sempre un duro prezzo. Però, per riuscire a costruire la propria identità, il protagonista dovrà ripescare nelle proprie origini, nella eredità spirituale delle persone più care che lo hanno preceduto, la madre e soprattutto il padre ( figura determinante e positiva, schiacciata dalla più esuberante e ingombrante figura della madre), nella particolarità inafferrabile della loro esistenza. Soltanto così riuscirà a creare un contatto vero con il prossimo, a godere della sua bellezza, ad innamorarsi veramente di Arianna, in un parola a diventare uomo. Senza soffermarmi troppo sull'intera vicenda del romanzo, che ripeto è straordinariamente interessante, molto, molto, divertente e scorrevole dall'inizio alla fine, vorrei mettere in evidenza la suggestiva bellezza del messaggio che l’Autore vuole comunicare, cioè che il solo modo che abbiamo di stabilire delle relazioni di valore in una realtà sempre più arida di sentimenti che ci trascina verso l’ineluttabile incomunicabilità, sia quella di cercare di capire veramente chi siamo, a partire dalle nostre radici e senza crearsi falsi alibi. Del resto, come diceva il protagonista di “Radiofreccia”: “hai voglia di scappare da te stesso, ma da te stesso non ci scappi neanche se sei Eddie Merckx”. Un libro bellissimo, appassionante, che consiglio calorosamente a tutti di leggere!http://ilmiolibro.kataweb.it/reader_dettaglio_recensione.asp?id_recensione=5379

1 commento:

  1. Buongiorno! Venga a caricare brani del suo libro su tastemybook.wordpress.com: potrà farsi commentare e farlo conoscere meglio. È tutto gratuito!

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