La tela dell’ape regina
Maria Mollìca non era nata baronessa,
il padre era un ingegnere del Comune, e, avendo molto tempo libero, insieme
alla moglie e alla figlia avevano coltivato nel corso del tempo diversi “buoni”
rapporti per entrare nei salotti nobiliari. Come primo passo però, avevano
spostato l’accento del cognome sulla o, e alla fine erano riusciti a far
diventare la figlia baronessa dandola in sposa al Barone Codispoti che,
ancorché nullatenente, il titolo lo aveva mantenuto.
Bisogna ammettere che il
merito dell’operazione era stato in gran parte di Maria, la quale aveva una sua
intelligenza particolare in questo campo, mentre in altri non eccelleva troppo.
Maria era abbastanza carina ma non era una bellezza, appariva sempre un po’ persa
nel suo mondo personale, e spesso sembrava non fosse in contatto con ciò che le stava
intorno. Ma era un’impressione assolutamente errata, Maria vedeva benissimo
tutto, ma la maggior parte delle cose che osservava non suscitavano il suo interesse,
per cui si manteneva presente ma vagava con la mente tra i suoi sogni.
Tornava alla realtà quando lavorava,
o se nei dintorni c’era un uomo che fosse papabile per essere colui che
l’avrebbe tolta dal difficile ruolo di zitella senza titoli, e un nobile era
sicuramente meglio di un uomo ricco. Maria non aspirava a essere ricca, e si
può riconoscere che non era annoverabile tra le donne rapaci, tra le altre cose
lavorava stabilmente in uno studio di Ingegneri amici del padre, che visto il
suo impegno la consideravano ormai indispensabile e la pagavano bene, ma voleva
un titolo con cui poter guardare dall’alto in basso le sue amiche e gli altri
in genere che l’avevano sempre considerata la figlia di un impiegato del
comune. D’altra parte il Padre, in tempi in cui ciò era ancora possibile farlo,
si era costruito una solida posizione economica anche se non tutto ciò che
aveva fatto era perfettamente adamantino, ma chi non lo aveva fatto in quei
tempi in cui lo stato e le sue istituzioni erano considerati come delle nonne
indulgenti sempre disponibili a concedere tutto ai figli e ai nipoti. Maria in
presenza del nobile di turno tornava nella realtà e si trasformava, diventava
civettuola e sorridente, riusciva a usare il suo corpo e il suo sguardo in modo
estremamente seducente, avvicinandosi teneramente e in modo esclusivo al nobile
di turno, per poi sottrarsi lievemente con pudicizia. Insomma, il nobile dopo
qualche ora di questo va e vieni, non aveva alcun altro desiderio nella vita se
non quello di portarsi a letto Maria. Maria non era una conquista facilissima,
ma neanche troppo difficile per chi avesse i requisiti richiesti, non era stata
a letto con molti uomini in tutto sino ad allora che aveva 27 anni era stata al
massimo con 4-5 uomini, subendo in due casi anche un trattamento poco delicato
dal nobiluomo sazio che l’aveva mollata subito. Era una falsità ciò che si
diceva in giro di lei, cioè che fosse una che andava con tutti, anzi era
proprio il contrario.
Altro singolare aspetto di
Maria era che in realtà il sesso non le interessava più di tanto, era disinibita
ma non si divertiva granché, ma quando lo faceva metteva un notevole impegno
nel renderlo trascinante e avvolgente per l’uomo con cui stava, e smetteva
soltanto quando il compagno aveva realizzato le sue fantasie e si sentiva
soddisfatto e spompato.