giovedì 31 gennaio 2013


Durante quelle vacanze elaborai una teoria innovativa, sulla convivenza e
sul matrimonio, che esposi agli altri.
Per limitare i soliti e inevitabili casini di coppia, avevo pensato che si sarebbe dovuto stipulare un “contratto di legame” della durata di un anno, rinnovabile, che prevedeva:

   art.  1.   abitazioni differenti.
   art.  2.   appuntamenti e contatti massimo 3 volte la settimana. Se uno
                dei due rompe le palle all’altro, quest’ultimo può interrompere
                l’incontro senza spiegazioni.
   art.  3.   dormire insieme massimo 2 volte la settimana.
   art.  4.   vacanze insieme 1 l’anno di durata non superiore a 15 giorni.
   art.  5.   telefonate massimo 1 al giorno (escluse le urgenze).
   art.  6.   sms massimo 2 al giorno senza obbligo di risposta.
   art.  7.   feste familiari, ognuno con la propria famiglia.
   art.  8.   niente figli da allevare.
   art.  9.   rigida separazione dei beni.
   art. 10.  ciascun contraente deve procurarsi da vivere
                indipendentemente dall’altro.
   art. 11.  sesso solo se entrambi ne avevano veramente voglia.
   art. 12.  regali liberi.
   art. 13.  affetto, tenerezza e divertimento a volontà.
   art. 14.  corna preferibilmente poche e rigidamente segrete. Se l’altro
                 viene a conoscenza delle corna e ci sta male, il contratto deve
                 essere obbligatoriamente rescisso. Così il cornuto impara a
                 togliersi dalle scatole il cornificatore, mentre quest’ultimo
                 impara che l’altro, se gli fai le corna, ti può tranquillamente
                 scaricare.
   art. 15.  il contratto viene immediatamente rescisso anche quando uno
                dei contraenti, sventuratamente, si innamora di un altro
                 e decide di sposarsi in modo “normale”. 
I cambiamenti del contratto sono possibili solo alla scadenza annuale.
In ogni caso alla fine di ogni anno ci deve essere un mese di separazione per riflettere se sia il caso di firmare il rinnovo per un altro anno.
Se l’unione resiste a due rinnovi, si può provare a sposarsi!

mercoledì 30 gennaio 2013


IL COMMENTO DI GIOVANNI LOSSI

Una vita...strapazzata!
Un ottimo romanzo, ben scritto, spiritoso ed ironico, direi disinvolto, sul percorso di vita di Osmio, prima bambino, poi ragazzo infine, con un itinerario iniziatico e tortuoso, che dà all'autore il destro per esprimere appieno il suo virtuosismo mai banale, UOMO! Un libro controcorrente, che rivaluta sentimenti profondi e radici antropologiche e sociali, declinate nella cifra più intima e raccolta dell\'esperienza personale. Un gran bel lavoro, mi dispiace solo non averlo scoperto un attimo prima della bravissima talent Clementina D. S. .... scherzo.... ma è veramente brava!!!

domenica 27 gennaio 2013

Un uovo strapazzato – Recensione di Clementina Daniela Sanguanini



L’equilibrio tra ironia e malinconia è la cifra di questo romanzo colmo di sentimenti e spoglio di sentimentalismi. “Un Uovo Strapazzato”, grazie ad un linguaggio accattivante, gustoso e ironico, scuote anche gli animi più insensibili e scettici. Lo si legge con il fiato sospeso, pronti a sorridere o a struggersi per le sorti dei suoi buffi, dolenti, ma sempre umanissimi personaggi. Si giunge alle ultime pagine con il dispiacere di non poterne continuare la lettura. La famiglia, con tutte le sue contraddizioni e qui condita con robuste e ghiotte iniezioni di sarcasmo, rappresenta il cuore della narrazione dentro il quale si tuffa Osmio, il protagonista, per provarsi a (ri)costruire la propria identità e contrattare il proprio posto al mondo. Osmio, sensibile ed introverso, cresce attraverso la narrazione mostrandosi, dapprima  ragazzino, poi ‘giovane adulto’ e infine uomo. La sua vita sentimentale è segnata dalle vicissitudini con la famiglia, soprattutto con la figura materna (Teresa, donna forte, volitiva e furbissima), i numerosi fratelli (spesso riottosi, a tratti stralunati) e il padre. Il protagonista, per anni e anni, in cuor suo, spera un giorno di "ingollare" quella madre che non va né giù né su, ma che ugualmente suscita un'irresistibile attrazione. È così che si trova a fare i conti con la timidezza e il cinismo in cui si è asserragliato per non rimanere deluso da ciò che lo circonda e, quindi, a fare i conti con la propria infelicità. Attraverso le travagliate (e spassose) esperienze con le fidanzate di turno, dalla giovane capricciosa Beatrice, alla irrisolta Federica, fino a Claudia, egli esplora una nuova piccola parte di sé e si confronta con “l’altro”, pagando sempre un duro prezzo. Però, per riuscire a costruire la propria identità, il protagonista dovrà ripescare nelle proprie origini, nella eredità spirituale delle persone più care che lo hanno preceduto, la madre e soprattutto il padre ( figura determinante e positiva, schiacciata dalla più esuberante e ingombrante figura della madre), nella particolarità inafferrabile della loro esistenza. Soltanto così riuscirà a creare un contatto vero con il prossimo, a godere della sua bellezza, ad innamorarsi veramente di Arianna, in un parola a diventare uomo. Senza soffermarmi troppo sull'intera vicenda del romanzo, che ripeto è straordinariamente interessante, molto, molto, divertente e scorrevole dall'inizio alla fine, vorrei mettere in evidenza la suggestiva bellezza del messaggio che l’Autore vuole comunicare, cioè che il solo modo che abbiamo di stabilire delle relazioni di valore in una realtà sempre più arida di sentimenti che ci trascina verso l’ineluttabile incomunicabilità, sia quella di cercare di capire veramente chi siamo, a partire dalle nostre radici e senza crearsi falsi alibi. Del resto, come diceva il protagonista di “Radiofreccia”: “hai voglia di scappare da te stesso, ma da te stesso non ci scappi neanche se sei Eddie Merckx”. Un libro bellissimo, appassionante, che consiglio calorosamente a tutti di leggere!http://ilmiolibro.kataweb.it/reader_dettaglio_recensione.asp?id_recensione=5379