giovedì 4 aprile 2013

Patti e il suo futuro sposo, Alfonso.


Durante quelle vacanze di Natale la mia famiglia era impegnata con Patti, che, colpita anche lei dalla contagiosa sindrome del matrimonio, aveva improvvisamente deciso di sposarsi. Il prescelto era un giornalista free-lance, studioso di etnologia, nonché scrittore squattrinato e bi-divorziato, quindi al suo terzo matrimonio, che, per fortuna, era stato abbastanza saggio da non mettere al mondo alcun figlio. Era un personaggio iperattivo, divertente e un po’ fissato con il sesso. Anche lui faceva parte a pieno titolo della congrega degli sconclusionati fidanzati di Patti, ma lei questa volta era convinta che fosse diverso e che potessero vivere insieme…………………
Sembrerà strano, ma Teresa appoggiava la scelta di Patti. Dopo aver provato a farla fidanzare con medici, avvocati, commercialisti etc., visti i fallimenti di tutti i tentativi, era ormai terrorizzata all’idea che lei rimanesse zitella. Quindi poteva andare bene anche un giornalista - scrittore bi-divorziato.
“Ma, insomma” dicevo a Patti scherzando, “io sono stato il primo a dire che mi volevo sposare e tu e Mario vi siete precipitati a farlo prima di me, cosa è una gara? Per fortuna c’è Camilla, se no rischierei di arrivare ultimo! A parte gli scherzi” proseguii, “lui sicuramente non è una persona cattiva, ma ha già due matrimoni alle spalle e non sembra affidabilissimo, come pensi di riuscire a tenerlo accanto a te?”
“Si è vero! Ha avuto molte donne, ma adesso è cambiato. Si è stancato di correre dietro a tutte, e io posso dargli quella stabilità che non ha avuto sino ad ora. E ti assicuro, Alfonso scrive veramente molto bene, ma è un insicuro e non riesce a organizzarsi.”
“Boh!” risposi io perplesso, “Non so! Da quello che mi racconti non mi sembra così insicuro…Ha una vita un po’ caotica e anche tu non mi sembri un talento in fatto di stabilità…. per questo ho qualche dubbio che il tutto resista a lungo.”
Continuavo a fare l’avvocato del diavolo, non perché mi interessassero più di tanto i giochi adolescenziali di Patti, che peraltro non ritenevo particolarmente rischiosi, ma, visto che ero lì, volevo instillarle qualche dubbio.
“No, io lo conosco bene” si vantò Patti, “da quando sta con me ha ripreso a scrivere un libro che aveva lasciato da 3 anni!”
“Fico!” dissi io, “E cosa sta scrivendo?”
“Sta scrivendo un romanzo che si intitola “Affetti Gelati”, ma il titolo andrà cambiato.. in cui parla delle difficoltà affettive e di integrazione degli Inuit del circolo polare, legate alle rigide tradizioni culturali di questo popolo”.
“Però, interessante! E chi lo sponsorizza, l’Algida?” dissi io ridendo.
“Quanto sei bestia!” disse lei un po’ risentita, “In ogni caso, insieme riusciamo a fare un sacco di cose. E poi lui non ha una mentalità borghese, non gli interessano le apparenze, né le cose firmate e questo mi piace molto. E poi”, bisbigliò guardandosi intorno, “facciamo sesso in modo fantastico e nei posti più strani”.
“Eh si” dissi ridendo benevolmente “Non è interessato ad Armani o a Prada, ma alle donne che li comprano! A proposito, dove lo hai conosciuto?”.
Anche Patti rideva, pur sapendo che non scherzavo fino in fondo: “L’ho conosciuto sei mesi fa a uno spettacolo teatrale d’avanguardia a Berlino,
di cui non ricordo il titolo ma che era interessantissimo!”
“Aahh ho capito! Uno di quegli spettacoli in cui su un palcoscenico semi buio si aggirano come automi una serie di persone completamente imbiancate che non aprono bocca, ma che ogni volta che si incontrano vengono prese da una serie di crisi convulsive subentranti. Interessante! Ho visto uno spettacolo simile qualche anno fa, e da allora, ho smesso di andare a teatro!”.
“Dai Osmio, smettila di scherzare e aiutami a capire se non sto facendo una cavolata. O meglio, lo so che non è una cavolata, ma vorrei capire se Alfonso non è uno stronzo!”
“No, tranquilla non mi sembra uno stronzo, anche se credo che non sia particolarmente equilibrato. Per il resto, se già sai che non fai una cavolata cosa altro posso dirti?”.
“Si, lo so anche io che è un po’ problematico, ma chi non lo è al giorno d’oggi?”……………………………………………………………..
“Un po’ problematico?” pensavo io, “Direi che è completamente squinternato!”  Ma a Patti non lo dicevo, tanto: punto primo, lei non era da meno, e, punto secondo, il mio parere l’avrebbe accuratamente cancellato dalla sua mente.

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