Dopo queste nuove esperienze nel mondo dei
sensi, pur mantenendo radicato il mito dell’orgasmo in contemporanea, avevo
cominciato a capire qualcosa di fondamentale.
Le donne non mi sceglievano per quello che
ero o credevo di essere, nella loro testa di me c’era molto poco, mi vestivano
(o svestivano) delle loro fantasie e dei loro fantasmi personali. Quindi, tutte
quelle stupidaggini sulla virilità, l’abilità, le prestazioni, il tempo, i
rapporti consecutivi etc. contavano più o meno quanto “il due di briscola”,
come si dice da noi in Sicilia. Non valeva la pena farsi troppi problemi se le
cose non andavano bene, né sentirsi un supermaschio se succedeva il contrario.
Forse, l’unica possibilità di cui disponevo, era quella di capire quali fossero
le chiavi per entrare in sintonia con la donna in questione. Ma dovevo cercare
di utilizzarle prima possibile, perché non era raro che dopo poco lei decidesse
di cambiare la serratura o invertire le porte, e tutto diventava più difficile.
Ero in qualche misura ancora “adolescente”?
Il sesso “adulto” sarebbe stato completamente diverso? Ero confuso e quindi
cercavo di accumulare esperienze per approfondire le mie conoscenze.
Un’altra conquista la feci durante le
vacanze estive a Panarea, dove conobbi Gertrud, una ragazza tedesca che faceva
la gallerista a Friburgo ed era in vacanza in Italia con due amiche.
Telefonicamente mio fratello Mario mi
spiegò in poche battute come bisognava comportarsi sull’isola: “Osmio, unni
sì?….. A Panareaa?…..
I peri scausi ci l’hai? U pareo ti l’hai
miso? O Raja c’hai stato? …. Grandissimo cornuto!” ( traduzione: Osmio, dove
sei?…A Panareaa?…
I piedi scalzi li hai? Il pareo te lo sei
messo? Al Raja ci sei stato? …. Grandissimo cornuto!” che è uguale anche in
Italiano).
Con Gertrud ci unimmo fisicamente una sera
su un muretto che delimitava una spiaggia deserta. Nel bel mezzo dell’unione
carnale mi sentii conficcare le sue unghie nella schiena: “Ehi” le dissi, “
così mi fai male, e non riesco ad andare avanti”.
E lei, guardandomi perplessa: “Possibile? A
te non piacere dolore?”.
“Non te la prendere” risposi, “capisco che
è intrigante, ma il dolore mi blocca”. E poi, pensavo, che senso ha andare a
farsi medicare al pronto soccorso per una semplice scopata? Lei, comunque, era
veramente simpatica, aveva una grande carica vitale, e rideva spesso e di
tutto. Rientrata in patria continuò per anni a mandarmi gli inviti delle mostre
che organizzava nella sua galleria. A volte una breve relazione estiva ti lascia
molto di più di una relazione lunga e impegnativa.
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