lunedì 18 marzo 2013

Esperienze ....! La pesca al calamaro a Panarea.


Dopo queste nuove esperienze nel mondo dei sensi, pur mantenendo radicato il mito dell’orgasmo in contemporanea, avevo cominciato a capire qualcosa di fondamentale.
Le donne non mi sceglievano per quello che ero o credevo di essere, nella loro testa di me c’era molto poco, mi vestivano (o svestivano) delle loro fantasie e dei loro fantasmi personali. Quindi, tutte quelle stupidaggini sulla virilità, l’abilità, le prestazioni, il tempo, i rapporti consecutivi etc. contavano più o meno quanto “il due di briscola”, come si dice da noi in Sicilia. Non valeva la pena farsi troppi problemi se le cose non andavano bene, né sentirsi un supermaschio se succedeva il contrario. Forse, l’unica possibilità di cui disponevo, era quella di capire quali fossero le chiavi per entrare in sintonia con la donna in questione. Ma dovevo cercare di utilizzarle prima possibile, perché non era raro che dopo poco lei decidesse di cambiare la serratura o invertire le porte, e tutto diventava più difficile.
Ero in qualche misura ancora “adolescente”? Il sesso “adulto” sarebbe stato completamente diverso? Ero confuso e quindi cercavo di accumulare esperienze per approfondire le mie conoscenze.
Un’altra conquista la feci durante le vacanze estive a Panarea, dove conobbi Gertrud, una ragazza tedesca che faceva la gallerista a Friburgo ed era in vacanza in Italia con due amiche.
Telefonicamente mio fratello Mario mi spiegò in poche battute come bisognava comportarsi sull’isola: “Osmio, unni sì?….. A Panareaa?…..
I peri scausi ci l’hai? U pareo ti l’hai miso? O Raja c’hai stato? …. Grandissimo cornuto!” ( traduzione: Osmio, dove sei?…A Panareaa?…
I piedi scalzi li hai? Il pareo te lo sei messo? Al Raja ci sei stato? …. Grandissimo cornuto!” che è uguale anche in Italiano).
Con Gertrud ci unimmo fisicamente una sera su un muretto che delimitava una spiaggia deserta. Nel bel mezzo dell’unione carnale mi sentii conficcare le sue unghie nella schiena: “Ehi” le dissi, “ così mi fai male, e non riesco ad andare avanti”.
E lei, guardandomi perplessa: “Possibile? A te non piacere dolore?”.
“Non te la prendere” risposi, “capisco che è intrigante, ma il dolore mi blocca”. E poi, pensavo, che senso ha andare a farsi medicare al pronto soccorso per una semplice scopata? Lei, comunque, era veramente simpatica, aveva una grande carica vitale, e rideva spesso e di tutto. Rientrata in patria continuò per anni a mandarmi gli inviti delle mostre che organizzava nella sua galleria. A volte una breve relazione estiva ti lascia molto di più di una relazione lunga e impegnativa.

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