Successivamente, stanco e
annoiato di incazzarsi da solo cominciò a conoscere e studiare da lontano
l’uomo, che sempre più spesso per la sua incomprensibile frenesia di esplorare
luoghi sconosciuti invadeva i suoi isolati territori. Seguendo la sua indole il
Pitecantropo non aveva alcuna intenzione di fare amicizia con l’uomo, tra
l’altro quel buffo essere bipede gli stava anche cordialmente antipatico per il
modo in cui ogni uomo tentava di fregare gli altri. Gli sembrava un essere
abbietto e subdolo, che solo raramente aveva come lui il coraggio di incazzarsi
apertamente, e d’altra parte se fosse diventato amico dell’uomo sarebbe stato
sicuramente fregato facendo la fine dei poveri e fedeli cani, animali schiavi e
dipendenti.
Ma stufo di stare da solo scelse,
comunque, di parassitare l’uomo, almeno avrebbe vissuto a sue spese, senza
dover sottostare ad alcun comandamento. Il Pitecantropo, infatti, poteva passare
da uno stato ostile e solitario, a uno fusionale e parassitario diventando parte
di un altro essere. L’uomo per questo scopo era un essere ideale, infatti era abbastanza
stronzo di suo da poterlo accogliere, permettendogli di mimetizzarsi abilmente
incazzandosi quanto voleva senza che nessuno si accorgesse della sua presenza.
Dopo essersi fuso con l’uomo il
Pitecantropo sulla terra non si è più visto, e la sua esistenza oggi può essere
soltanto ipotizzata quando si manifestano nell’uomo i segni del suo
caratteraccio. Ovviamente non possiamo essere certi che le nostre frequenti incazzature
siano sempre opera del Pitecantropo che c’è in noi. Solo nei casi eclatanti,
come accade talvolta negli stadi di calcio o durante alcune sedute parlamentari,
risulta evidente che, data l’insensatezza delle questioni, non sia colpa
dell’uomo ma si tratti di manifestazioni attribuibili al Pitecantropo Incazzato
che tantissimi anni fa, nostro malgrado, ci ha parassitato.
Nessun commento:
Posta un commento