mercoledì 6 febbraio 2013

IL PITECANTROPO INCAZZATO Parte II


Successivamente, stanco e annoiato di incazzarsi da solo cominciò a conoscere e studiare da lontano l’uomo, che sempre più spesso per la sua incomprensibile frenesia di esplorare luoghi sconosciuti invadeva i suoi isolati territori. Seguendo la sua indole il Pitecantropo non aveva alcuna intenzione di fare amicizia con l’uomo, tra l’altro quel buffo essere bipede gli stava anche cordialmente antipatico per il modo in cui ogni uomo tentava di fregare gli altri. Gli sembrava un essere abbietto e subdolo, che solo raramente aveva come lui il coraggio di incazzarsi apertamente, e d’altra parte se fosse diventato amico dell’uomo sarebbe stato sicuramente fregato facendo la fine dei poveri e fedeli cani, animali schiavi e dipendenti.
Ma stufo di stare da solo scelse, comunque, di parassitare l’uomo, almeno avrebbe vissuto a sue spese, senza dover sottostare ad alcun comandamento. Il Pitecantropo, infatti, poteva passare da uno stato ostile e solitario, a uno fusionale e parassitario diventando parte di un altro essere. L’uomo per questo scopo era un essere ideale, infatti era abbastanza stronzo di suo da poterlo accogliere, permettendogli di mimetizzarsi abilmente incazzandosi quanto voleva senza che nessuno si accorgesse della sua presenza.
Dopo essersi fuso con l’uomo il Pitecantropo sulla terra non si è più visto, e la sua esistenza oggi può essere soltanto ipotizzata quando si manifestano nell’uomo i segni del suo caratteraccio. Ovviamente non possiamo essere certi che le nostre frequenti incazzature siano sempre opera del Pitecantropo che c’è in noi. Solo nei casi eclatanti, come accade talvolta negli stadi di calcio o durante alcune sedute parlamentari, risulta evidente che, data l’insensatezza delle questioni, non sia colpa dell’uomo ma si tratti di manifestazioni attribuibili al Pitecantropo Incazzato che tantissimi anni fa, nostro malgrado, ci ha parassitato.

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