mercoledì 8 maggio 2013

Gli anni del profilattico! Con un po di leggerezza..


Quelli furono anche gli anni del profilattico.
Questo oggetto, che fino ad allora avevo utilizzato qualche volta con gli amici soltanto per gioco, era diventato necessario e a volte indispensabile. Devo dire che quell’untuoso prodotto mi ha sempre generato bizzarre sensazioni, e ogni volta che ne mettevo uno mi veniva regolarmente da ridere. Non so spiegare perché, l’unica cosa che mi viene da dire è che lo trovo “buffo”.
All’inizio era stato difficile decidere quale usare. Il primo problema da risolvere era se fosse meglio con o senza il serbatoio. Il concetto di serbatoio era altrettanto ridicolo: quale quantità di liquido avrebbe dovuto contenere questo benedetto serbatoio? Comunque optai per il serbatoio, e avevo ragione, perché quelli senza serbatoio dopo un po’ vennero tolti dal commercio.
Il secondo problema era scegliere il tipo tra una gamma piuttosto ampia, quindi, decisi di comprarne una scatola da 6 di tutti quelli che mi interessava provare. Nello stesso giorno feci il giro di svariate farmacie, tutte lontane da casa, e in ognuna presi una confezione diversa. Farlo nello stesso giorno mi rese il compito più agevole, infatti, non fu facile trovare il coraggio di comprarli, in particolare se la farmacista era una donna, ma ripetendo l’operazione più volte in poco tempo, alla quarta o quinta scatola mi sentivo molto meno imbarazzato.
Ovviamente non compravo tutti quei profilattici perché avessi chissà quale vita sessuale, ma soltanto per avere una scelta nel caso fosse capitato.
Alla fine ne avevo di tutti i generi, prevalentemente erano del tipo sottile, nelle varianti supersensibile, supersottile, contatto, nudo, invisibile e addirittura “NULLA”. La fantasia dei produttori per distinguersi tra loro non aveva limiti. Poi c’erano quelli anatomici, che avrebbero dovuto stare a pennello; quelli ritardanti, quelli stimolanti, quelli ritardanti per lui e stimolanti per lei. Avevo evitato di comprare quelli stimolanti per lui e ritardanti per lei, perché pensavo che nel mio caso non fossero utili. A pensarci bene, però, una volta, durante il primo viaggio con mio fratello Mario, ero stato con una ragazza dell’Europa del Nord che arrivava alla fine, rispetto a me, con una proporzione di cinque o sei volte a una. Ma pensavo che fosse altamente improbabile che tale situazione si ripetesse.
Ne avevo anche una serie esterofila (in Italia sono sempre molto richiesti i prodotti con nomi inglesi) si chiamavano: endurance, extra pleasure, long distance, intense…tutti nomi che promettevano sensazioni speciali.
Allora non erano ancora in commercio né quelli colorati verdi, gialli o viola che Julia Roberts offriva a Richard Gere in Pretty Woman, né quelli saporiti al gusto di limone, mora, lampone, gianduia e nocciola, stracciatella o frutto della passione. Ammetto che, anche se fossero stati in vendita, non li avrei comprati comunque: già mi veniva da ridere con quelli normali color plastica, figurarsi se me lo vedevo verde o viola!  Per quanto riguarda quelli saporiti…già sopporto poco di avere addosso profumi, perché preferisco avere il mio personale odore. Al pensiero di avere un sapore diverso, mi sarei sentito completamente a disagio.
Alla resa dei conti non è che ne abbia usati molti. In ogni caso non ho mai capito le differenze tra loro. Infatti capitava che l’anatomico faceva le pieghine, che andavo veloce con il ritardante e lento con il nudo.. insomma, era ogni volta un po’ diverso. Credo che per riuscire a discriminarli con precisione sia necessario usarli almeno 100 volte ciascuno, oppure leggere un saggio sull’argomento scritto da un pornodivo, che al momento non mi sembra sia stato ancora pubblicato.
Altro problema correlato al suo uso, era per me il momento di toglierlo. Regolarmente, ogni volta che con cautela tiravo fuori il coso impermeabilizzato, ero convinto che il profilattico si fosse rotto. Per fortuna la tecnologia produce gomme piuttosto resistenti e anche se la paura della rottura non l’ho mai superata, non mi è mai capitato che se ne rompesse uno.
L’ultimo problema da risolvere era lo smaltimento. Dove buttarlo alla fine? Spesso mi riducevo a portarlo fuori in tasca. Per evitare spargimenti lo stiravo e gli facevo un nodo in mezzo poi,  guardandomi attorno come un ladro, lo gettavo nei rifiuti quando ero sicuro che nessuno mi vedesse, quasi dovessi vergognarmi della deplorevole attività per cui era stato usato. 

Leggete l'anteprima e compratelo, se vi interessa.


Nessun commento:

Posta un commento