Quando ero in Sicilia cercavo di incontrare
poco Beatrice, accontentandomi di rivederla per litigare un match o due, eppure
mi ritrovavo spesso a parlare di lei.
Un pomeriggio ero con Anna, la fidanzata di
Claudio (uno dei miei amici storici del gruppo scolastico da noi battezzato “la
créme”), e lei mi parlava dei suoi sentimenti per Claudio: “Vedi”, mi diceva,
“l’amore è un sentimento incontenibile e incontrollabile, è inutile cercare di
spiegarselo, perché non può essere oggetto di discorsi razionali”.
“Hai ragione”, rispondevo, “io mi sento
quasi incapace di amare, non credo di aver mai provato qualcosa di simile”. In
quel momento tutti i miei limiti mi sembravano angosciosamente chiari.
Lei proseguiva ispirata: “ Io amo Claudio,
e questo mi fa aspirare a vivere insieme
a lui… a dividere con lui tutto! Con la più spontanea sincerità”.
Io, abbattuto, le confessavo: “Credo di non
avere mai avuto simili spinte verso Beatrice. E’ probabile che io non l’abbia
mai amata… ed è ingiusto continuare a stare con lei sapendo questo.” Poi dopo
una pausa carica di amarezza, convenivo con me stesso: “Si, è stato tutto molto
stupido… ma io sono fatto così, è inutile darmi troppo addosso. Adesso però,
devo accettare i miei limiti e lasciarle la possibilità di trovare qualcuno che
la ami veramente”.
In fatto di relazioni d’amore
ero ancora nella tarda adolescenza. Me ne resi conto il giorno dopo quando, a
casa di Carla, trovai Anna che faceva “trik e trak” con Dario. Bisogna però
riconoscere: anche in questo caso, con la solita spontanea sincerità.
Non dissi niente a Claudio, ovviamente: ho
sempre pensato che fosse inutile e controproducente spingere qualcuno, anche se
con argomenti inattaccabili, a vedere ciò che non è pronto ad accettare.
Una cosa, comunque, mi era chiara: i
“grandi amori”, quelle esperienze trascinanti e totalizzanti, non durano molto.
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