Ermond
è un gattino di 4/5 mesi bianco e nero, magro e lungo con un carattere
indipendente. Anche se ha un nome maschile è una femmina (ma qui se ne parlerà
sempre al maschile) e deve il suo nome al fatto che è stato trovato mentre
zompettava e ravanava nello spazzatura, e poiché il nome che era stato deciso
di dargli “Ermondezza” era troppo lungo, venne abbreviato in Ermond.
La sua
nuova padrona dopo qualche settimana aveva deciso che non poteva vivere con
Ermond perché era disobbediente e non si avvicinava quando lo chiamava. Ma
Ermond era abituato a una vita autonoma e, pur grato alla sua prima padrona,
faceva solo quello che gli passava per la testa.
Ermond
venne allora affidato a un’amica della padrona che impietosita decise di
trovargli una nuova sistemazione, nessuno se la sentiva di abbandonarlo
lasciandolo di nuovo sperso a ravanare nelle spazzature del mondo.
Così
Ermon partì in macchina con l’amica, che pur soffrendo di allergia ai gatti e
rischiando una crisi di soffocamento, lo portò con lei, meta intermedia la casa
al mare. Appena arrivato l’impavido Ermond schizzò fuori dallo sportello della
macchina e sparì tra i rovi, le canne e le serre di pomodorino. A nulla valsero
i continui richiami: “Ermond, Ermond…piccolina, tesoro……Ermond dove c…. sei
finito?? Ci mancavi solo tu a farmi venire l’angoscia!”, che risuonarono tra le
serre tutto il giorno.
All’imbrunire
una macchia bianca e nera si avvicinò lentamente, era Ermond, che stanco di
cacciare lucertole e scarafaggi puntò il piatto pieno di bocconcini di manzo e
coniglio Kite Kat e nel giro di qualche minuto ne fece fuori metà. Solo con la
pancia piena Ermond si fece prendere e chiudere a casa dove, dopo essersi
rifatta le unghie su un materasso, si addormentò quasi subito.
L’indomani
Ermond venne messo in macchina per essere trasferito chissà dove, ma lui era un
avventuriero e non si preoccupava del futuro, e iniziò a esplorare la macchina
che percorreva strade ignote. Ermond curioso si arrampicò sul poggiatesta del
lato guidatore e mettendo la zampa sulla testa della salvatrice cercò di
saltare sul cruscotto. Ma la testa era instabile ed Ermond optò per saltare sul
più solido poggiatesta del lato passeggero. Durante le diverse soste del
viaggio Ermond tentò di uscire in ogni modo, se non altro per motivi
fisiologici, ma temendo che decidesse di fare un giro nei cassonetti dei
dintorni, l’amica della padrona lo lasciò sempre chiuso in macchina.
Ma a
tutto c’è un limite, e per impellenza, o forse anche per protesta alla fine
Ermond la fece sul sedile del lato guidatore.
Al
termine del suo peregrinare Ermond venne lasciato nella casa del mare della
madre della salvatrice, donna che aveva sempre inviso i gatti, animali
scorbutici e poco inclini a farsi comandare.
“Certo,”
sosteneva l’anziana donna ,“gli animali sono carini, soprattutto quando sono
piccoli….., ma scappano continuamente, fanno la cacca (per loro fortuna se no
avrebbero un’occlusione intestinale)…….e poi bisogna puliree..!! Insomma non è
che si può fare, io ho molto da fare!”.
“E poi,
questa che l’ha trovato, ora non lo vuole più? Così non è neanche giusto!!”.
Con le
sue frasi interrotte ed elusive voleva soltanto dire che un gatto tra i piedi
non lo voleva, e che era la proprietaria a doverselo riprendere.
E così
alla fine Ermond si è ruppe le palle di tutti quei padroni possessivi,
angosciati o espulsivi, e dopo qualche giorno si allontanò e da allora non si
ebbero più sue notizie. Tutti quelli che hanno conosciuto e amato Ermond
sperano che abbia finalmente trovato un nuovo padrone/a disposto a tollerare il
suo carattere impavido e indipendente.
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